Come si donano le CSE?

A – Da sangue midollare

Trapianto del midollo osseo

Le cellule staminali midollari vengono prelevate dal midollo osseo mediante iniezioni ripetute nelle creste iliache (ossa del bacino).
Il prelievo del midollo osseo viene eseguito da personale specializzato.
Il tutto sotto anestesia generale o epidurale, risultando altrimenti doloroso.
Il donatore è tenuto in ospedale per 24-48 ore.
Per alcuni giorni dopo la donazione si può sentire un lieve dolore nel punto dove sono state effettuate le iniezioni.
Il midollo osseo si rigenera dopo breve tempo 7-10 giorni ed il prelievo non comporta alcun rischio per la salute.

B – Da sangue periferico

Il sangue periferico normalmente non contiene sufficienti quantità di cellule staminali per cui al donatore viene somministrato un farmaco, detto “fattore di crescita G.CSF” (fattore stimolante la crescita tissutale normalmente prodotto dall’organismo e da qualche anno disponibile come formulazione farmaceutica) che ha la capacità di far riprodurre le cellule staminali e di facilitarne il passaggio nel sangue periferico.
I farmaci vengono somministrati per 4-5 giorni con iniezioni sottocutanee e poi si procede alla raccolta mediante prelievo venoso e con apparecchiature chiamate separatori cellulari.
I separatori cellulari prevedono circuiti e materiale sterile e monouso. Il sangue, prelevato da un braccio, entra attraverso un circuito in una centrifuga dove viene separata e poi raccolta in una sacca la quota di cellule che interessa mentre il resto del sangue viene reinfuso dal braccio opposto. La procedura dura circa 3-4 ore.
Si tratta di procedure ben tollerate, che non richiedono nessun tipo di anestesia.

C – da sangue del cordone ombelicale (SCO) alla nascita

SCO

Il SCO è caratterizzato da un contenuto di cellule staminali emopoietiche simile a quello del midollo osseo adulto, ma con una maggiore proporzione di cellule progenitrici immature dotate di maggiore capacità proliferativa. Il SCO, inoltre, sembra contenere una popolazione linfocitaria più primitiva ed immatura rispetto al sangue periferico, a cui funzionalmente corrisponde una ridotta reattività immunologica dei linfociti T, e quindi maggiore compatibilità.
Il SCO è facile da raccogliere e da conservare attraverso sistemi di crioconservazione, senza rischi per la madre e per il neonato; viene raccolto al momento del parto, su volontà della madre, e quindi trasportate conservate nelle “banche del sangue cordonale”. Attualmente esistono 18 banche del SCO in Italia, e oltre 100 banche in tutto il mondo.